E' una domanda ricorrente, che ho sentito porre in numerose occasioni, sia tra i banchi della Scuola di Formazione del Sole 24 Ore dove insegno, sia durante eventi o conferenze.
La risposta, oltre che essere affermativa, è articolabile in molteplici direzioni; perché sono state concepiti e provati sul campo numerosi format di successo, differenziabili per l'ambito di applicazione, il mercato di appartenenza, la tipologia di innovazione ricercata.
In questa puntata, insieme a Lucilla Fazio design thinker e head of strategic foresight in Tipic, abbiamo analizzato le modalità di progettazione e disegno più efficaci per l'innovazione e il futuro.
Avrete sicuramente sentito parlare di Design thinking, quella pratica non lineare e iterativa che mira ad utilizzare il pensiero laterale per affrontare e provare a risolvere "problemi" complessi e sfidanti. E' uno dei punti di partenza, non certo di arrivo. Perché dall'inizio del XXI secolo, momento storico in cui questa pratica si è affermata anche come strumento di business, ha vissuto un'evoluzione che si è adattata ai mutamenti di contesto e ha dato vita a numerosi spin off, non certo secondari.
Con Lucilla abbiamo provato a fare un po' di chiarezza, per cercare di spiegare in concreto come queste pratiche possano essere un valido supporto alla progettazione, al fare ordine mentale tra le mille idee e progetti di innovazione che affollano la mente degli imprenditori, intesi in senso ampio e non solo come investitori di capitale. Quelle descritte sono pratiche che indirizzano le energie positive delle professionalità aziendali, non sono un momento di convivialità e team building. La promise sottostante è che l'output sia accolto e implementato, a prescindere dall'attitudine e dalle aspettative.
E se questa puntata vi ha fatto scoprire il magico mondo della disciplina nel processo creativo e innovativo, leggete Futures by Design, scritto a sei mani da Lucilla Fazio, Tommaso Corà e Filippo Collura. Ne vale la pena.
Buon ascolto!