Se un ribelle spento

Di cosa parleremo in questo podcast? Parleremo di ribelli, ovviamente. Di tutti i ribelli della canzone di Fronte Unico, L’ultimo respiro fa da testamento.Ascolteremo le loro voci, quando possibile, vi leggerò le loro parole e cercherò di raccontarvi le loro storie e perché sono dei modelli da seguire per tutti quelli che come noi si sentono ribelli. Perché la caratteristica che li lega è che purtroppo sono quasi tutti morti, uccisi sempre dal sistema oppressivo che cercavano di combattere.Dai loro esempi possiamo imparare molto, e possiamo condividere quella santa rabbia che ci permette di smuoverci dalla nostra indifferenza per cercare di cambiare in meglio il mondo che ci circonda.Perché loro non ci sono più, sono spenti. Ma ci hanno passato un testimone, che tocca a noi prendere in mano e portare avanti, prima di passarlo a qualcun altro. Perché il loro ultimo respiro, la loro morte, è come un testamento che designa come eredi tutte quelle e quelli che hanno il coraggio di prenderlo."SE UN RIBELLE SPENTO PASSA IL TESTIMONE, SIAMO PRONTI A PRENDERLO?"

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episode 8: Se un ribelle spento: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti


on questa puntata andiamo al carcere di Charlestown, a Boston, la notte tra il 22 e il 23 Agosto 1927. Sotto le sue alte mura di mattoni scuri si è radunata una folla di migliaia di persone, controllate da tantissimi poliziotti in assetto da battaglia, con mitragliatrici e riflettori sui tetti delle case che circondano la prigione.

La città è paralizzata, perché quel giorno è stato indetto uno sciopero generale, ed è dal mattino che si susseguono scontri che causano numerosi feriti e centinaia di arresti.

Man mano che il sole tramonta la tensione sorge. Alla luce delle fotoelettriche aumentano i cori, gli slogan, le urla.

Fino a mezzanotte, quando all’improvviso cala un silenzio totale. La folla alza gli occhi verso il carcere, anche se non lo vedono, nascosto dietro i mattoni scuri.

Noi invece a differenza loro possiamo sapere cosa sta succedendo quando è appena cominciato il 23 Agosto 1927. C’è un uomo che entra nella stanza della sedia elettrica del carcere. Entra e guarda negli occhi tutti gli uomini presenti. Si siede sulla sedia elettrica, e quando finiscono di sistemare le cinghie e il casco ha ancora la forza per gridare: “Viva l’Anarchia!”. Il boia ha bisogno di due scariche elettriche per porre fine alla sua vita.

Subito dopo entra un altro uomo, che è stato arrestato e condannato insieme al primo. I suoi folti baffi nascondono uno strano sorriso. Prima di venire legato alla sedia elettrica stringe la mano a tutti i guardiani e dice:

“Voglio ribadire che sono innocente. Ho commesso i miei peccati, ma mai un delitto. Ringrazio tutti quelli che si sono battuti per dimostrare la mia innocenza”.

Mentre gli calano il casco sul capo, aggiunge:

“Desidero perdonare le persone che mi stanno facendo questo”. Anche per lui serviranno due scariche di corrente.

Si conclude in meno di mezz’ora una delle più controverse storie giudiziarie degli Stati Uniti d’America, quella del processo a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici di origine italiana, durata sette anni e destinata a far parlare di sé ancora per decenni.


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 April 19, 2021  32m