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Ultimo giorno americano, fine del campionato e di questa esperienza. Tempo di ricordi, bilanci, ma anche di programmi per il futuro. Tempo insomma di scrivere una pagina di diario, di scattare qualche istantanea con i protagonisti. Si chiude cosi American Race .
Una Petit Le Mans piena di incidenti e colpi di scena. Una corsa tutta in salita per la 47 di Cetilar Racing che chiude al decimo posto tra gli imprevisti. Si chiude così il campionato americano, mentre all'orizzonte già si vede il futuro che sarà ancora a stelle e strisce.
Scampato il pericolo uragano Ian, si pensa alla corsa e alle sue mille incognite. Il buio ad esempio, dato che la gara si chiuderà alle 22.30 ora della Georgia. Buio che su una pista come questa mette ancora più paura. Giorgio Sernagiotto racconta il tracciato metro per metro. Scuro è anche l'umore dopo le qualifiche che nelle gare endurance contano poco, ma che spesso danno fiducia. Il capo del muretto blu Cetilar però spiega la strategia e spende fiducia
Tre turni di prove, dal primo mattino fino al buio della sera. Il sole limpido e il vento che porta lontano l'urlo dei motori, ma anche il timore, apparentemente scampato, dell'arrivo su Atlanta dell'uragano Ian che ha devastato la Florida. Poi l'incontro con una superstar, il pilota colombiano Juan Pablo Montoya, uno che ha conosciuto il vertice della Formula Uno e che ora corre con il figlio. Tutto questo alla vigilia della Petit Le Mans
Siamo arrivati alla quarta serie di American Race, il podcast originali di Radio 24 che vi racconta le tappe di Imsa, lo storico campionato americano di Endurance. Ci eravamo lasciati a giugno a Watkins Glen, New York, con una Ferrari 488 quarta al termine di una gara durissima e resa surreale dal temporale finale che ha fermato la corsa per oltre un'ora...
La gara della Ferrari 488 numero 47 del Cetilar Racing sul circuito di Watkins Glen è finita con un 5° posto in categoria GTD e qualche rimpianto... I tre piloti Roberto Lacorte, Antonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto hanno portato al traguardo una vettura competitiva, che ha dovuto però fare i conti con una buona dose di sfortuna...
Saranno 49 le macchine distribuite tra le varie categorie che si allineeranno tutte insieme al via: mai così tante in una storia iniziata nel 1948. Questo vuol dire traffico e rischio lungo una pista di soli cinque chilometri. Si correrà nel sole estivo, senza sfidare la notte. Alle 11.40 davanti a una onda altissima di folla, si parte
Cinquemila metri di adrenalina pura e storia tra le foreste che si stendono tra il cuore della velocità americana e il lago Ontario. Nelle corse di endurance, compresa questa che durerà 6 ore, il tempo in prova non è mai qualcosa che condiziona drasticamente il risultato. Ma lo orienta dal punto di vista emotivo. Se chiedi a cosa serve la polo position, ti rispondono: "Ad appagare l'ego del pilota". Ma un ego soddisfatto su una macchina veloce può essere l'inizio di un successo
Cinquemila metri di adrenalina pura e storia tra le foreste che si stendono tra il cuore della velocità americana e il lago Ontario. Nelle corse di endurance, compresa questa che durerà 6 ore, il tempo in prova non è mai qualcosa che condiziona drasticamente il risultato. Ma lo orienta dal punto di vista emotivo. Se chiedi a cosa serve la polo position, ti rispondono: "Ad appagare l'ego del pilota". Ma un ego soddisfatto su una macchina veloce può essere l'inizio di un successo
80 miglia a sud di Rochester e del lago Ontario, c'è una strada che attraversa la campagna americana, tra prati e boschi che sembrano dipinti con un pennarello verde. Poi di colpo si apre davanti agli occhi un circuito che ha fatto la storia dell'automobilismo mondiale. Ricorda il Mugello per i saliscendi e le curve tecniche, e sembra Spa per la velocità, Ma è il Glen.