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Il mondo intero è chiamato alla prova del Coronavirus. Regimi autoritari e democrazie, monarchie, repubbliche islamiche, grandi federazioni stanno affrontando l'emergenza. L'epidemia sta facendo emergere debolezze, ritrosie, deficit politici. Così come sta facendo emergere prepotenti le reazioni delle società e delle pubbliche opinioni. Con risposte diverse e con comunicazioni diverse. Con quale efficacia?
Dopo il cessate il fuoco concordato con Putin, Erdogan guarda a Ovest. In giornata sarà a Bruxelles per discutere della crisi migranti al confine con la Grecia con il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e per confrontarsi con Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO. Ne parliamo con Marta Ottaviani, giornalista esperta di Turchia, e Dimitri Deliolanes, giornalista greco.
Sempre più spesso, in questo momento storico, nelle crisi internazionali a decidere sono gli attori potenti e muscolari. I diretti interessati spesso non ci sono, subiscono le scelte. È successo il Libia, in Afghanistan, in Siria. Ne parliamo con Arturo Varvelli, direttore dello European council of foreign relation di Roma, Vincenzo Camporini, consigliere scientifico di Istituto Affari Internazionali, e Francesco Rocca, presidente FICR e CRI.
Dalla Libia fino all'Afghanistan, passando per lo Yemen e la Somalia: sono 142 milioni i bambini che, nel mondo, crescono nel mezzo di conflitti armati. Senza istruzione né risorse finanziarie, molti di questi bambini diventano adulti smarriti, incapaci di risollevare le sorti dei loro Paesi già fragili.
"Ringrazio la Grecia per essere lo scudo dell'Europa". Con queste parole Ursula von der Leyen ha rassicurato la Grecia sul sostegno dell'Unione europea nella gestione dei migranti provenienti dalla Turchia...
Quello di oggi è uno dei giorni più importanti di tutta la campagna elettorale americana. È il Super Tuesday, il giorno in cui si vota in più Stati contemporaneamente. Ne parliamo con Riccardo Barlaam del Sole 24 Ore e John Shattuck, senior fellow al Carr Center for Human Rights dell'Harvard Kennedy School.
Benjamin Netanyahu ha vinto le elezioni in Israele ma potrebbe, di nuovo, non riuscire a formare il Governo. Ne parliamo con Yara Hawari, analista del think tank Al Shabaka.
Sabato, gli Stati Uniti e i talebani hanno firmato un accordo di pace che dovrebbe portare all'abbandono progressivo dell'Afghanistan da parte delle truppe americane. Ne abbiamo parlato con Habib Wardak, ricercatore della Kardan University ed esperto di relazioni internazionali.
Nicola Zonin, fotoreporter, ci ha portato al confine tra Turchia e Grecia dove, da quando Erdogan ha annunciato l'apertura delle frontiere, folle di profughi si trovano strette tra i militari delle due nazioni...
Erdogan spinge l'acceleratore contro il regime siriano. La Russia per ora sembra farsi da parte ma la situazione è in celere evoluzione. Ne parliamo con Alessandro Minuto Rizzo, già segretario generale ad interim della NATO e presidente Nato Defence College Foundation.
Israele di nuovo al voto. Chi sarà il favorito tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz? Il commento con Nello Del Gatto di Agi.
Tumso Abdurakhmanov, blogger ceceno da anni in Polonia, è sopravvissuto ad un tentato omicidio. Non si tratta però di un episodio isolato: la catena di omicidi e aggressioni ai danni di blogger e dissidenti ceceni è lunga. Ne parliamo con Giorgio Cella, ricercatore dell'Università Cattolica di Milano e collaboratore di Limes.
Tripoli chiude l'aeroporto per un bombardamento. Sulla situazione libica intervistiamo Hahmouda Ahmed Siala, presidente del Parlamento...
Deejay, street artist, danzatori, rapper. La prima linea delle proteste di piazza è quasi sempre composta da loro. Ripercorriamo l'evolversi delle proteste in Algeria e Libano attraverso l'arte...