Chiudi gli occhi, torna bambino

A Vanity Fair, con le celebrity ci piace (da sempre) fare dei viaggi. Nelle loro storie, passioni, amori, dolori, desideri. Qui, ogni giovedì, gli chiediamo di tornare all’infanzia, ai primi ricordi di una vita. Tra passato e poesia, entreremo così anche in tante piccole scene degli anni '30, '40, '50, '60, '70, '80, '90 recuperandone il senso, giocando a riprenderci il tempo dei giochi.Un programma di Lavinia Farnese.

https://www.spreaker.com/show/chiudi-gli-occhi-torna-bambino

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Raoul Bova: «E mio padre era in cielo»


«Se tu non torni/Non tornerà neanche l'estate/E resteremo qui io e mia madre/A guardare la pioggia», cantava Miguel Bosé. Ed è un verso che sa di sospeso, di passato, di nostalgie, anche se parla al futuro. Peraltro sembra descrivere alla perfezione la diapositiva che ci regala l'ospite di oggi. È un nostro divo del cinema. Ha un fisico da nuotatore della Nazionale qual era, e due occhi da sogno, e oggi che è vicino ai 50, e ha due famiglie, una con l'ex moglie Chiara Giordano, con cui ha avuto due figli, Alessandro Leon e Francesco, e una con la compagna, Rocío Muñoz Morales, con cui ha due bambine, Luna e Sophia Bova, sulla copertina di Vanity Fair ci ha raccontato di una vita passata «in sottrazione» con l'ansia di piacere a tutti. Del pianto, della rabbia, della depressione. Il bello d'Italia è stato piccolo tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta (Cosa resterà di questi anni 80?) quando in Tv ci affascinavano Yuppidu di Adriano Celentano, La casa nella prateria, Happy Days, Goldrake e Lady Oscar, in radio andava Il triangolo di Renato Zero e Gioca Jouer di Cecchetto, si giocava a Palla avvelenata, Monopoli e Mondo, si mangiava la girella e il buondì Motta al cioccolato. Venivamo dal decennio della partecipazione civile e delle riforme, delle vittime e dei carnefici, della fine di Carosello e dell'inizio della Tv a colori, c'erano i rapimenti, le stragi e la paura. (The final countdown)
Nato a Roma il 14 agosto 1971, figlio di Rosa e di Giuseppe, dipendente di Alitalia,

Gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Raoul Bova

«Se chiudo gli occhi e torno bambino mi viene in mente l'estate in Calabria a Roccella Ionica in un posto di mare dove c'erano le sdraio e io in braccio a mia mamma guardavo il cielo, guardavo le stelle e nella luna rivedevo il volto di mio papà, perché mi mancava molto, costretto a lavorare a Roma mentre eravamo al mare, e non vedevo l'ora arrivasse. E tuttora quando guardo la luna mi sembra di vederlo. Poi se chiudo gli occhi ricordo anche una casa di quando ero bambino: le mattonelle a forma di fiore marroni gialle e bianche, una cosa non bellissima. Mi ricordo poi l'odore del fritto che arrivava dalla cucina, perché mia madre preparava la pizza fritta napoletana o i supplì o le cotolette. Quando tornavo a casa c'era spesso questo odore».

Un programma di Lavinia Farnese


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 September 25, 2019  5m