In questo episodio constatiamo che, come dice splendidamente Amleto, ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la nostra filosofia. Nello specifico, ci occupiamo di “strane creature”, fuori e dentro di noi. Un rocchetto parlante, un naso che pende, una bambola-automa, una pianta invadente: creature che ci invitano a prendere coscienza del fatto che non solo “il Perturbante” di freudiana memoria ci abita, ma anche che Wagner – ad alcuni – risulta palloso e che i fischietti variopinti di Matera sono a prova di gatto.